Monastero della Santissima Trinità

Via Vittorio Emanuele II 343. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il monastero della Santissima Trinità è un edificio settecentesco situato al centro di Catania.

Originariamente sede di un convento di clausura femminile, oggi è suddiviso in due aree principali di cui una ospita la caserma dei Carabinieri del distretto di Piazza Dante, mentre l'altra un liceo scientifico intitolato a Enrico Boggio Lera.

L'area occupata dal plesso conventuale originariamente era una insula della Catania romana. Qui furono eretti nel 1537 il Monastero di Santa Maria della Raccomandata (o di Valverde) e la chiesa di San Nicolò dell'Oliva. 

Il monastero della Santissima Trinità, invece, si affacciava originariamente sulla Luminaria (grossomodo corrispondente all'attuale via Etnea) più ad est, dove oggi è situato il Palazzo dell'Università. 

Quest'altro convento era stato fondato nel 1349 grazie alla donazione di Cesarea Augusta, una nobildonna catanese. Chiuso nel 1554, venne dunque spostato nella sua attuale area e riaperto nel 1566. Il convento era circondato da mura che impedivano alle suore di uscirne.

A metà del XVII secolo, il monastero contava 26 suore ed era l'ottavo più popolato della città. Nel 1669 il convento si vedeva circondato, rimanendone tuttavia illeso, dall'eruzione dell'Etna, l'8 marzo da sud, il 30 aprile da nord.

Nella seconda metà del secolo le suore sono 34, ma in seguito al terremoto dell'11 gennaio 1693 ne muoiono 28 (più dell'80%). La sua collocazione centrale gli permise di essere inserito tra i sei conventi da ricostruire. Altri sette edifici monastici cittadini invece vennero abbandonati. 

L'area che le suore occuparono fu amplificata notevolmente rispetto al nucleo primario e i lavori furono affidati all'architetto Alonzo Di Benedetto, sostituito nel 1735 da Giovanni Battista Vaccarini, che contribuì notevolmente a dare alla città il caratteristico aspetto barocco, e nel dieci anni più tardi da Francesco Battaglia (che si occupò prevalentemente della chiesa).

Negli anni trenta il monastero si ripopolò fino ad ospitare 22 religiose, che continuarono ad osservare una rigida clausura che veniva interrotta solo in occasione della festa del Santo Chiodo, il 14 settembre. 

Nel corso della ricostruzione, si procedette a creare degli spazi che vennero adibiti ad abitazioni e negozi e quindi affittati ad esterni. 

Nel 1861 il livello della via Vittorio Emanuele II (all'epoca strada Reale) su cui il convento si affaccia fu abbassato e le abitazioni si ritrovarono un piano più in alto rispetto alla strada; si procedette quindi ad un'ulteriore ristrutturazione per rendere accessibili tutte le aree dell'edificio.

Il 30 luglio 1866, con la confisca dei beni ecclesiastici da parte del Regno d'Italia, il monastero della Santissima Trinità fu chiuso. Inizialmente fu assegnato al Provveditorato agli Studi, che ne fece un convitto femminile. Successivamente, la struttura ospitò anche la sede dello stesso provveditorato. 

Nell'ottobre 1923 divenne la sede del liceo scientifico "Principe Umberto". Il 1º ottobre 1967 il liceo fu trasferito nel quartiere Cibali e le classi rimaste nell'ex monastero formarono il Secondo liceo scientifico, poi ribattezzato liceo scientifico statale "Enrico Boggio Lera".

I lavori per la realizzazione della chiesa della Santissima Trinità furono iniziati nel 1746 e conclusi cinque anni dopo. La facciata si attribuisce a Francesco Battaglia, e si presenta tripartita ad ingresso unico, concava nella sua parte centrale. Preceduto da una scalinata in pietra lavica, il portone d’ingresso è decorato da due figure che sono rivolte verso l'Occhio di Dio posto al centro. 

Nel secondo ordine si aprono tre finestroni separati da colonne. Il terzo registro è formato invece da due torrette quadrangolari chiuse a cupoletta. Il portale d’ingresso è stato abbassato in seguito alla livellazione delle strade del 1861 e la sala centrale è stata raccordata all’atrio con una doppia rampa di scale. 

Anche l’ingresso laterale, sulla via Quartarone, è stato chiuso per la stessa ragione, così se ne ricavò una nicchia per un altare dedicato al Crocifisso, decorato da notevoli statue in ceramica di fine Settecento. All’interno, sopra l’ingresso, fu ricavata una elegante cantoria dorata e finemente decorata. 

La pianta ellissoidale riprende il tema borrominiano del San Carlo alle Quattro Fontane, lezione acquisita nella "rinascita catanese". Sul fondo il presbiterio è a pianta rettangolare e la sua presenza crea nell’ambiente un effetto di fusione spaziale tra elementi curvi ed elementi lineari.

Le opere pittoriche ivi custodite sono di notevole pregio artistico. Sugli altari di destra si possono vedere tele del Sozzi (il Battesimo di Gesù, primo altare) e di Sebastiano Conca (la Madonna che appare a san Giovanni Evangelista nell’isola di Patmos, datata 1756 e collocata sopra il secondo altare). A sinistra ancora una Crocefissione e La Trinità appare a san Benedetto (datata al 1756) del Sozzi.