Giardino Bellini

Via Etnea 290. (Apri Mappa)
(75)

Descrizione

Il Giardino Bellini è il più antico dei quattro giardini principali di Catania. Dai catanesi è chiamato 'a Villa (ma anche Villa Bellini).

Il nucleo più antico del giardino risale al Settecento ed apparteneva al principe Ignazio Paternò Castello di Biscari, che lo aveva voluto secondo le tipologie di allora con labirinti di siepi, statue e fontane a zampillo di foggia tale da creare giochi d'acqua. In seguito alla morte del principe il giardino decadde progressivamente. Dopo un periodo di trattative, il 29 settembre 1854 il Labirinto venne acquistato dal comune di Catania da Anna Moncada Paternò Castello, discendente dagli eredi del principe. 

La trasformazione del giardino tuttavia incontrò numerose difficoltà non ultime quelle economiche dato che per renderlo atto all'uso pubblico si dovevano risolvere problemi di acquisto di orti privati adiacenti. Nel 1858 il governo autorizzò il finanziamento dei lavori ma sorsero rivalità tra gli esperti incaricati bloccandone l'esecuzione finché, nel mese di aprile 1863 fu dato incarico di dirigerne l'esecuzione all'architetto Ignazio Landolina (1822-1879). Venne iniziata quindi la trasformazione del giardino privato in giardino pubblico i cui lavori si protrassero fino al 1875.

Nel 1875 il comune di Catania acquistò dai Padri domenicani i terreni adiacenti a sud-ovest dell'antico Labirinto, nel 1877 la parte a nord che apparteneva al principe Paternò di Manganelli e l'orto di San Salvatore dai padri Cappuccini.

Il 4 ottobre 1877, sotto la nuova direzione dell'ingegnere Filadelfo Fichera (Catania, 1850-1909), iniziarono i lavori di unificazione dei nuovi fondi acquisiti. Questi si curò di rendere più funzionale ed agevole la fruizione dell'area attraverso la risoluzione dei delicati aspetti tecnici dovuti alla morfologia del terreno, mettendo rispettosamente in comunicazione il giardino-labirinto voluto dal Biscari, con i terreni di San Salvatore. Il Fichera - tra i maggiori esperti in materia di ingegneria sanitaria dell'epoca - riuscì ad ovviare alle dette difficoltà attraverso un elegante ed erudito impiego di scalinate, ponticelli e viali, conferendo al Giardino Bellini l'impostazione attuale.

Il "viale degli Uomini illustri" ad ovest venne inaugurato nel 1880 con i busti posti su colonne dei personaggi più famosi della storia italiana e catanese, ma già nel 1875 all'inizio del viale era stata posta la statua in bronzo di Giuseppe Mazzini.

La villa venne inaugurata il 6 gennaio 1883.

Il giardino divenne abituale meta delle famiglie catanesi che vi portavano i bambini a giocare mentre passeggiavano conversando con gli amici. L'ingresso monumentale di via Etnea venne realizzato ed aperto nel 1932 e l'anno dopo, alla sommità dello scalone, nel piazzale soprastante il tunnel di via Sant'Euplio vennero collocate le statue monumentali che rappresentano le arti, opera dello scultore Domenico Maria Lazzaro. Alla fine degli anni cinquanta venne riordinata la zona del tunnel di via Sant'Euplio e quelle adiacenti. In quegli anni venne curato ampiamente l'aspetto floreale ed esperti giardinieri creavano veri e propri disegni ed iscrizioni nelle aiuole delle collinette gemelle. Poco tempo dopo venne incrementato il numero di voliere e di volatili esotici, quindi acquisiti ed allevati anche volatili acquatici come anatre e cigni, il cui habitat era stato attrezzato nelle grandi vasche e fontane di cui il giardino era dotato. Verso il 1960 il giardino divenne anche un piccolo zoo con volatili stanziali in libertà ed animali, come varie specie di scimmie, ed infine anche elefanti.

A partire dalla metà degli anni settanta iniziò un progressivo ridimensionamento dei fondi stanziati per la manutenzione e la decadenza non tardò a manifestarsi. Le piogge rovinarono ampiamente le aiuole in pendenza della parte sud del giardino e le piante mal curate inselvatichirono. Quelle stagionali scomparvero addirittura. Non miglior sorte toccò agli animali che lentamente si ridussero. L'elefante indiano donato alla città dal circo Orfei, ultimo sopravvissuto del piccolo ma ricco zoo del Bellini, morì alla metà degli anni ottanta. Il giardino Bellini di oggi è classificabile piuttosto come semplice parco alberato; nell'ultimo decennio è stato usato per manifestazioni culturali e religiose, per concerti canori ma non è più la meta di famiglie e bambini. Dopo anni di incertezza e abbandono in cui un incendio di origine non chiara ha distrutto totalmente il padiglione cinese posto alla sommità della collinetta nord, assieme al suo contenuto in libri e documenti, di recente si è ventilata la voce di una sua cessione a privati nell'ambito delle nuove politiche economiche del comune. Dopo anni di fruibilità, prima ridotta a causa di transenne e ponteggi che permettevano solamente il transito nel senso della lunghezza nel viale alberato adiacente la via Sant'Euplio, e poi del tutto negata, il 23 settembre 2010 dopo un riadattamento il giardino è stato riaperto al pubblico.

Già di proprietà privata, ha la forma di un rettangolo piuttosto regolare e venne aperto al pubblico nel gennaio del 1883.

Situato nel centro storico della città con l'ingresso principale sulla via Etnea, il Giardino Bellini si estende su di una superficie di circa 72.000 m². L'ingresso da via Etnea avviene attraverso uno scalone, fiancheggiato da aiuole fiorite, che conduce ad un piazzale con al centro una grande vasca nella quale nuotavano dei cigni.

Sulla collinetta che fa da sfondo alla vasca, con un effetto scenografico molto apprezzabile, è sistemato un grande orologio il cui quadrante è costituito da piantine sempreverdi. Sopra di esso un calendario, che i giardinieri modificano ogni giorno, indica mese giorno ed anno.

La struttura del giardino nel suo complesso è costituita al suo interno da due colline simmetriche e da un grande viale che circonda, ad anello allungato, la collinetta nord. Concentrico ad esso vi è un altro viale pedonale collegato mediante vialetti contornati da siepi a labirinto alle varie piazzole ed aree nelle quali insistono grotticelle con giochi d'acqua e luoghi appartati con panchine. Alla sommità della collinetta sud è posto un chiosco in ferro battuto che contiene un palco per la musica nel quale fino agli anni sessanta venivano tenuti dei concerti di musica classica. Alla sommità dell'altra vi era un caratteristico chiosco in legno di forma circolare orientaleggiante in cui era ubicata una biblioteca. Il chiosco era un dono dell'imperatore della Cina. Questo si incendiò alla fine degli anni novanta e venne completamente distrutto.

Lungo i viali secondari sono poste delle statue, fontane, vasche, voliere e chioschi. Sul lato ovest, parallelo alla via Salvatore Tomaselli, esiste il viale degli Uomini illustri, italiani e catanesi, che è fiancheggiato da busti, posti su colonne, rappresentanti le maggiori glorie della città.

Una caratteristica, oggi perduta, erano le numerose grotte in pietra lavica al cui interno erano ricavate delle fontane con giochi d'acqua, spesso con pesci rossi nella vasca.

La flora è molto varia e presenta delle specie di provenienza subtropicale che si sono acclimatate molto bene. Esistono oltre cento specie diverse nelle quali si distinguono le palme presenti in un numero di varietà fuori dal comune. Molto presenti anche gli alberi di alto fusto come i platani ed enormi ficus magnolia dell'età di centinaia di anni oltre a numerose altre varietà di pini e di alberi sempreverdi.

Intorno agli anni sessanta, per oltre un decennio, al suo interno venne inserito un vero e proprio zoo con voliere ricche di molte varietà di uccelli, anatre, oche e cigni nelle varie vasche del giardino e pavoni in libertà, rettili e serpenti in apposite gabbie e varietà di scimmie ed altri piccoli animali, in un apposito recinto, anche alcuni elefantini tra cui un elefante indiano donato da un circo di passaggio, come simbolo della città di Catania.

Le difficoltà economiche e una certa dose di insensibilità tuttavia depauperarono lentamente il prezioso patrimonio zoologico che piano piano si ridusse a zero e ridussero quello botanico. Nel 2007 è stato approntato un progetto di recupero funzionale molto contestato perché stravolgerebbe l'aspetto globale architettonico e botanico del Giardino Bellini.

Dopo 4 anni di chiusura al pubblico per lavori, il Giardino Bellini è stato riconsegnato alla città il 23 settembre 2010, anniversario della morte di Vincenzo Bellini, con una pomposa cerimonia inaugurale che ha visto un concerto della banda dei carabinieri nel chiosco della musica da lungo tempo inattivo. Lo splendore dell'antico giardino è tuttavia offuscato dalla mancanza delle decorazioni floreali che ne costituivano l'attrazione e dall'assenza dei cigni di un tempo della grande vasca di ingresso, sostituiti da una scultura che rappresenta un gruppo di gru di cui molti hanno sottolineato la mancanza di alcuna attinenza col passato.

Il Viale degli Uomini Illustri, posto ad ovest del giardino, fu inaugurato nel 1880 con i busti dei personaggi più famosi della storia italiana e catanese posti su colonne; già nel 1875 all'inizio del viale era stata posta la statua in bronzo di Giuseppe Mazzini. I lavori si conclusero nel 1883. Nel corso degli ultimi decenni, a causa dell'incuria e della scarsa vigilanza, i busti sono stati oggetto di vandalismi ed asportazioni furtive.